L’idea è maturata lo scorso inverno in collaborazione con i responsabili delle Perle Alpine per dimostrare che per spostarsi sui ripidi sentieri di montagna, lungo i pendii delle valli e attraverso i passi in quota, il mezzo più efficace e divertente, nonché il più ecologico, resta sempre il buon vecchio camminare. Perché dunque non organizzare una “spedizione” di giornalisti che raccontino il percorso affrontato a piedi collegando alcune Perle?
Intanto l’itinerario. Cartine alla mano, individuando sentieri e rifugi, confrontando dislivelli e sviluppi, la scelta cade sul percorso che parte da Pralognan-la-Vanoise e si conclude a Cogne passando da Ceresole Reale. Non è una decisione facile dovendo scegliere tra 27 Perle delle Alpi dislocate sull’intero arco alpino e considerando che il trekking non deve durare più di 5 giorni, prevedendo tappe non troppo lunghe e percorsi a carattere prevalentemente escursionistico. Senza dimenticare lo stile, che in montagna non è un aspetto secondario: Torino come punto di partenza e arrivo, tutto il resto in mobilità dolce.
Dall’incrocio di date, orari di treni, autobus e navette si compone un calendario preciso completato con la prenotazione dei rifugi. Le principali difficoltà logistiche si presenteranno negli ultimi due giorni con il trasferimento da Ceresole Reale al lago di Teleccio utilizzando le biciclette a noleggio e con la traversata dal rifugio Pontese a Cogne in compagnia della guida alpina Gianni Predan per superare in sicurezza i ghiacciai a cavallo del Colle di Teleccio.
Così siamo pronti per partire, unica incognita le previsioni meteo, elemento realmente imponderabile che per fortuna non ci riserverà brutte soprese. Mio compagno di avventura il collega e amico Christian Cummins, inglese di nascita e austriaco d’adozione, giornalista radiofonico presso l’emittente Fm4 di Vienna.
La mobilità dolce in montagna funziona nella prospettiva di lunga durata offerta dal trekking di più giorni. È necessaria una buona dose di pazienza con i cambi di mezzo e le coincidenze, ma è altrettanto affascinante immergersi in una dimensione all’insegna della lentezza, che consente di conoscere meglio la realtà in cui ci si trova e di aprirsi allo scambio di esperienze e osservazioni con le persone che si incontrano lungo il percorso. Anche il lavoro di pianificazione logistica diventa una ricerca di soluzioni offerte dal territorio che solo in parte si possono stabilire a tavolino prima della partenza. Insomma, è una bella soddisfazione scoprire che ci si può spostare attraverso le Alpi utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici e le proprie risorse fisiche, senza sostanziali limitazioni. Osservando lo stato miserevole dei ghiacciai attraversati lungo il cammino, le stesse montagne ci chiedono di ridurre il nostro impatto nella direzione di un’economia dei mezzi che, spesso, diventa economia per il portafoglio.
Giorno 1
L’imbocco del sentiero che dalla frazione Les Fontanettes di Pralognan conduce al refuge du Col de la Vanoise si raggiunge in 8 ore con Tgv, treno regionale, autobus di linea e navetta elettrica. La mente ha avuto il tempo di rilassarsi leggendo un libro e immaginando l’avventura, ma a questo punto le gambe scalpitano.
Pralognan 1750m – refuge du Col de la Vanoise 2516 m
Durata: 2.30 ore
Dislivello: + 800 m
Note. Sentiero molto battuto che si inoltra in un vallone circondato da alte vette per terminare al colle posto alla base della Grande Casse e dell’omonimo ghiacciaio. Si parte nei boschi, si attraversano i pascoli e si termina sulle pietraie. Cosa di meglio può offrire un’escursione?
Giorno 2
Piccolo intoppo in mobilità dolce. Giunti a Val d’Isere verso la fine della giornata, scopriamo che la navetta per il Col de l’Iseran sarà attiva a partire dalla settimana successiva. Dall’Ufficio del turismo non ci avevano avvertiti di questo fatto. Poco male, decidiamo di coprire i 5 km di strada asfaltata in autostop e veniamo caricati dopo breve attesa da una bella ragazza, sicuramente più interessante dell’ipotetico autista della navetta.
Refuge du Col de la Vanoise 2516 m – Col de la Leisse 2761 m – Val d’Isere 1850 m – refuge de Prariond 2324 m
Durata: 10 ore
Dislivello: + 1000 m; – 1200 m
Note. Tappa molto lunga ma panoramica, con discese ripide e salite dolci che impongono lunghi spostamenti. L’arrivo al refuge du Prariond è un’esperienza indimenticabile: dopo una profonda gola che il sentiero percorre a mezza costa a picco sul torrente sottostante, si apre una conca di dolci prati fioriti. Giusta ricompensa dopo 10 ore di cammino.
Giorno 3
Altro piccolo intoppo (previsto) in mobilità dolce. La navetta che unisce Ceresole Reale con il Colle del Nivolé è attiva soltanto la domenica, oggi è lunedì. Giungiamo al lago Serrù e anche in questo caso ricorriamo all’autostop.
Refuge du Prariond 2324 m – Col de la Vache 2955 m – Lago Serrù 2240 m – Ceresole Reale 1612 m
Durata: 5 ore
Dislivello: + 600 m; – 700 m
Note: giornata di vera alta montagna. Abbandonati i pascoli si sale su percorso ripido lungo la costa di una morena glaciale. A cavallo del Col de la Vache si incontrano 2 piccoli ghiacciai che non presentano particolari difficoltà o pericoli. In discesa il sentiero prevede un tratto di roccette che si superano con l’ausilio di cavi metallici e gradini in ferro.
Giorno 4
Al Camping Villa di Ceresole si affittano mountain bike di buona marca e in ottime condizioni, acquistate dal Parco Nazionale del Gran Paradiso e affidate in gestione agli operatori della zona per ampliare l’offerta turistica.
Ceresole Reale 1612 m – Rosone 715 m – Lago di Teleccio 1917 m – rifugio Pontese 2217 m
Durata: 5 ore in mountain bike (da Ceresole al Lago di Teleccio) + 1 ora a piedi fino al Rifugio Pontese.
Dislivello: in mountain bike + 1200 m; – 900. A piedi + 300 m
Note. Una giornata in bicicletta aiuta a sciogliere le gambe dopo 3 lunghi giorni di cammino, a patto che venga affrontata con la giusta calma. Dopo i primi km ripidi la strada si fa meno dura per poi tornare a impennarsi nel finale. Giunti in vista della diga non bisogna farsi illusioni, il tratto più duro deve ancora arrivare. Poi un’oretta a piedi e l’accoglienza al rifugio Pontese, probabilmente la migliore cucina delle Alpi.
Giorno 5
Giunti a Lillaz una sorpresa che appare come la ciliegina sulla torta: i 3 km di strada che ci separano da Cogne si possono percorrere a bordo della navetta gratuita, molto affollata, attivata dal Comune questa estate. Il “trekking” prosegue in corriera fino ad Aosta e si conclude in treno a Torino.
Rifugio Pontese 2217 m – Colle di Teleccio 3304 m – Cogne 1617 m
Durata: 8 ore
Dislivello: + 1100 m; – 1700 m
Note. Parte del percorso si svolge su ghiacciaio, è necessario essere accompagnati da una guida alpina. L’ultimo giorno è senza dubbio il più duro, con salita molto ripida su terreno sconnesso e discesa interminabile su antiche frane che obbligano a saltellare da una pietra all’altra. Paradossalmente il tratto su ghiacciaio è più facile.
Simone Bobbio