Dall’interno di una delle vallate considerata tra le più conservatrici delle Alpi era difficile attendersi l’emergere di uno spaccato tanto vitale del vivere e dell’innovazione, tecnologica e culturale. Il convegno, voluto dalla CIPRA Italia non a caso in Val di Fiemme, ha cercato di aggiornare i contenuti e i movimenti innovatori presenti nell’arco delle Dolomiti, lo ricordiamo, recentemente dichiarate dall’UNESCO patrimonio naturale dell’umanità. In apertura è stato sottolineato dal vicepresidente di CIPRA International, Helmuth Moroder, come un convegno, con un titolo simile, solo 20 anni fa sarebbe stato impensabile in qualunque regione delle Alpi italiane: l’ambientalismo in quei tempi era confinato a un ruolo di puro antagonismo e la controparte, istituzionale e produttiva, ideologicamente rifiutava ogni approccio e ogni confronto. Le istituzioni, e ancor più il mondo imprenditoriale, ritenevano che la tematica ecologica fosse incompatibile con ogni forma di sviluppo economico. Se le cose sono cambiate, un po’ di merito va alla CIPRA Italia e all’impegno del suo vicepresidente Luigi Casanova che da sempre, anche con spirito critico, ha cercato di stimolare una lunga ma significativa maturazione, che oggi, in piena crisi economica, costruisce nuove opportunità di speranza e fiducia rivolte ai giovani nel territorio delle Dolomiti. Non ci troviamo soltanto davanti a un buono stato di conservazione degli ambienti forestali, ma anche all’avvio di una solida filiera del legno tutta centrata, oltre che sulla produzione di legname certificato di alta qualità, sulla corsa all’autonomia energetica e all’indipendenza dalle fonti fossili portata avanti dalle amministrazioni di quei territori. E’ l’esempio del comune di Cavalese – destinato a non rimanere isolato – che nel 2013 avvicinerà il traguardo dell’autarchia energetica mediante la produzione di energia sia termica che elettrica da fonti rinnovabili locali (teleriscaldamento a biomasse, cogenerazione da gas, pannelli fotovoltaici diffusi, energia idroelettrica, bioenergia da deiezioni animali).
Venendo ad affrontate il tema della mobilità, emblematico è stato l’intervento – a un convegno di ambientalisti – del direttore della Confindustria di Belluno per presentare non l’ennesimo inutile progetto di collegamento autostradale, ma il sogno di un circuito tutto in ferrovia, moderna e veloce, capace di far fronte alle esigenze sia locali che turistiche, che colleghi l’intera area delle Dolomiti, da Cortina a Brunico, da Bolzano a Trento, attraverso la Valsugana per arrivare a Feltre e Belluno, rilanciando tratte esistenti e collegandole tra di loro.
Innovazione non solo nelle imprese e nella gestione, ma anche nella governance: a dimostrazione che una nuova governance del territorio è possibile, il lavoro svolto in seno a Dolomiti UNESCO con la possibilità di coinvolgimento del mondo imprenditoriale e associazionistico, oltre che istituzionale. E le prospettive di messa in rete di tutte le aree protette del Trentino, un progetto che unisce in una cornice unitaria parchi nazionali, regionali, locali, fluviali, agricoli e geologici, un universo fatto di reti, di condivisione, di progettualità basata sulla conservazione e promozione del paesaggio, della geologia, delle forme di turismo alternativo e sostenibile, della formazione.
Probabilmente è davvero attraverso l’innovazione, anche spinti dalla necessità di uscire dalla crisi in atto, che soggetti con obiettivi apparentemente così diversi, possono unire le forze e spingere nella stessa direzione della sostenibilità.
Francesco Pastorelli