Bruno Guglielmotto-Ravet (a cura di), Le belle età. I vecchi di Usseglio si raccontano, Società Storica delle Valli di Lanzo, Lanzo T.se 2012
Limitarsi alla recensione del volume non renderebbe giustizia a un progetto molto più articolato che da anni impegna la Società Storica delle Valli di Lanzo. “Crescere ad Usseglio” e “Le belle età” sono due ampi progetti di ricerca sulla vita dei giovani e degli anziani che abitano nelle borgate che compongono il paese nell’alta valle di Viù. In entrambi i casi una mostra fotografica e un volume testimoniano dei risultati del grande lavoro di animazione culturale e di coinvolgimento della popolazione locale svolto dalla Società Storica. Grazie alla sensibilità del suo presidente, Bruno Guglielmotto-Ravet, che ha voluto indagare la memoria degli abitanti attraverso il doppio canale della parola e dell’immagine, Enzo Isaia ha ritratto in due successive campagne fotografiche, i bambini di Usseglio nel 2006 e gli anziani del paese nel 2008.
Alla presentazione del volume “Le belle età” il 7 luglio 2012, molti dei protagonisti erano seduti nei primi banchi dell’antica chiesa parrocchiale di Usseglio. I bambini di “Crescere a Usseglio” sono ormai diventati bellissimi giovani e gli anziani non dimostrano affatto i loro anni. Alcuni di loro, purtroppo, non ci sono più, ma i loro volti schietti, aperti, sorridenti, rugosi, sono resi immortali dagli scatti sapienti di Isaia.
Nel volume a ogni volto fotografato corrisponde una storia, raccolta con rispetto, cura e partecipazione antropologica da Ariele Robetto che ha saputo ascoltare e valorizzare le vite di ciascuno, accompagnata da Luigina Longhi Borla, profonda conoscitrice del territorio e della sua gente. Di casa in casa sono state raccolte storie di vita che appaiono straordinarie nella loro ordinarietà: lavoro, famiglia, sacrifici, fatica, guerra, soddisfazioni, gioie, privazioni, feste. Nel suo saggio l’antropologo Pier Paolo Viazzo, con il consueto acume e una profonda conoscenza del territorio alpino, scrive a proposito dei mutamenti e delle continuità che hanno caratterizzato le dinamiche demografiche di Usseglio e della sua valle partendo dall’analisi delle storie di vita degli anziani intervistati. I vecchi di Usseglio raccontano spesso storie di emigrazione: fin da giovani si sono mossi – più dei loro coetanei di pianura, sottolinea Viazzo – hanno viaggiato, hanno cercato opportunità di vita e di lavoro anche molto lontano dalla loro valle. Spesso con l’idea di tornare “perché Usseglio è il più bel posto del mondo”, ma con l’apertura e l’intelligenza affinate facendo esperienza “fuori”. È gente che ha saputo trasformare le occasioni della vita in conoscenze e opportunità. Proprio nella mobilità si può trovare la cifra della modernità dei territori alpini: andare e venire, accogliere viaggiatori o nuovi abitanti, tornare per restare o per ripartire ha consentito a molti ussegliesi di mantenere una grande capacità di adattamento che ci fa invidiare la loro bella età.
Valentina Porcellana