“Carnival King of Europe” è il titolo di un progetto europeo, finanziato nell’ambito del Programma Cultura dell’UE, che ha visto coinvolti ricercatori e museologi italiani, francesi, croati, macedoni e bulgari. A chiusura della prima parte del progetto biennale, un convegno a San Michele all’Adige (5-7 novembre 2009) ha fatto il punto sulle notevoli somiglianze dei carnevali alpini ed europei. Una sessione del convegno è stata dedicata alle esperienze piemontesi e valdostane.
La prima parte del progetto europeo “Carnival King of Europe” si è conclusa con un convegno organizzato a San Michele all’Adige (Tn) dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Nelle immagini provenienti da molti luoghi delle Alpi e del resto d’Europa si sono susseguiti personaggi, maschere, messinscena cerimoniali e oggetti che sembrano legati a un comune, antichissimo immaginario.
Le fasi in cui sembra di poter scomporre la macchina complessa del carnevale sono tre. La prima è caratterizzata dalle maschere della paura, di fisionomia zoomorfa e terrificante, da personaggi coperti di pelli animali e rumorosi campanacci.
La seconda corrisponde alla cerimonia matrimoniale in cui il corteo intorno agli sposi gioca sul travestimento di uomini che mimano l’atto sessuale e il parto, in un rovesciamento grottesco delle parti.
Il terzo atto sarebbe quello definito del “riso e della morte”, in cui le maschere di diavoli e spiriti malevoli girano tra la gente alla ricerca di anime da catturare.
Secondo Giovanni Kezich, direttore del Museo di San Michele e responsabile scientifico di questa ricerca comparativa a livello europeo, «dall’Iberia ai Balcani, dai Pirenei alle Alpi, dal Meridione italiano alla Mitteleuropa ciascuna di queste fasi è riconoscibile dagli stessi segnali e dagli stessi simboli, che sono tracce indelebili dell’antica liturgia all’origine dei rituali».
Attraverso questa griglia interpretativa si possono leggere anche molti dei carnevali piemontesi e valdostani, alcuni dei quali sono stati recentemente riattivati grazie a indagini antropologiche sul campo che ne hanno riportato alla luce simboli e significati. Tra questi l’antropologa astigiana Lia Zola ha ricordato il Carnevale di Champlas du Col, borgata di Sestriere, quello di Salbertrand in cui è riproposta la messinscena rituale dell’aratura della neve e quello di Laietto, frazione di Condove, in Valle di Susa.
Piemonte e Valle d’Aosta sono un serbatoio ricchissimo di elementi di un patrimonio materiale e immateriale ancora in parte da esplorare. Un utile strumento per “navigare” in questo mare di informazioni è l’Atlante delle Feste popolari del Piemonte, ideato da Piercarlo Grimaldi e Davide Porporato, che da anni mappano il patrimonio culturale in collaborazione con gli attori locali.
Valentina Porcellana
Info: www.carnivalkingofeurope.it – www.atlantefestepiemonte.it