Situato nella valle Bevera ai piedi delle Alpi Marittime, il borgo di Torri superiore, piccola frazione di Ventimiglia, alla fine degli anni Ottanta si presentava come un villaggio medievale del XIV secolo deserto e abbandonato, ma ancora meravigliosamente conservato.

Succede che nel 1989, Piero Caffaratti e sua moglie Giovanna Balestra, attratti dalle memorie del passato, cominciano ad acquistare e ristrutturare il borgo costituendo un’associazione culturale denominata Associazione Culturale Torri superiore, convinti che questo patrimonio non dovesse andar perso. Da quel momento, l’esperienza di Torri superiore inizia a svilupparsi su iniziativa di un gruppo allargato di circa trenta persone che, oltre al recupero fisico, sostiene l’idea ancor più ambiziosa di uno stile di vita sostenibile a 360°, dalla valorizzazione della cultura tradizionale all’autosufficienza energetica e alimentare.
Il borgo si estende su una superficie di circa 3.500 mq, articolati in tre corpi principali con più di 160 vani collegati tra loro da un intricato tessuto di scale e passaggi. Il borgo è per il 90% di proprietà privata, di cui circa la metà di alloggi dei singoli e l’altra metà di spazi comuni dell’associazione: una grande sala cucina e un intreccio fitto di stanze adibite a foresteria e ad attività di laboratorio.
In seguito all’acquisto, gli immobili sono stati man mano ristrutturati da alcune ditte di artigiani locali con una particolare attenzione al rispetto dei criteri di bioarchitettura e quindi a un utilizzo di materiali naturali, eco-compatibili e di recupero (sabbia e calce, legno, isolanti tipo sughero, tinte naturali, oltre alla dotazione di pannelli solari per la fornitura di acqua calda e compost per lo smaltimento degli scarti organici).
Sin dalla sua nascita, l’idea del risanamento del borgo era strettamente legata all’intenzione di fondare un ecovillaggio, cioè un insediamento realizzato “a misura d’uomo” per promuovere modelli di vita sostenibili in armonia con la natura, grazie anche all’appoggio della Rete globale degli ecovillaggi (Gen) e del Movimento della permacultura. Come tutti gli ecovillaggi, Torri superiore è innanzitutto una comunità. Tutti i membri del piccolo gruppo, di diversa provenienza ed estrazione sociale, si occupano di svolgere attività utili per la collettività, dall’approvvigionamento alimentare alla gestione della foresteria. La produzione di frutta e verdura si ispira ai principi della permacultura e l’allevamento (galline, capre e pecore) è rigorosamente a terra. La produzione di prodotti alimentari come pane, pasta fresca, olio d’oliva, formaggio di capra, miele, marmellata, yogurt, gelato, avviene in forma autoorganizzata. I membri promuovono regolarmente attività legate alle tecniche di artigianato e alla cultura sostenibile, aperte anche all’esterno. Tutti elementi che differenziano nettamente Torri superiore da un semplice agriturismo.
Il progetto di Torri assume quindi un ruolo strategico sia rispetto al recupero del patrimonio architettonico di questo centro rurale, sia rispetto allo sviluppo locale del borgo contribuendo allo stesso tempo a contrastarne i fenomeni di spopolamento. In quest’ottica, la conservazione di un borgo storico e la sua riattivazione culturale e sociale, azioni associate tradizionalmente all’iniziativa pubblica, assumono invece una matrice prettamente privata, che vede coinvolti protagonisti diversi ma accomunati dalla volontarietà della propria azione. Da questo punto di vista il caso di Torri superiore rappresenta un esempio indicativo del fenomeno, dove una comunità coesa di persone non solo vive in armonia perseguendo uno stile di vita sostenibile, ma si attiva in maniera efficace per il recupero di tradizioni del passato ormai dai più dimenticate.
Valeria Baglione e Ombretta Caldarice

Info: www.torri-superiore.org

Per altre esperienze italiane di aggregazioni residenziali auto-organizzate: http://www.libreriauniversitaria.it/citta-intraprendente-comunita-contrattuali-sussidiarieta/libro/9788843061334