Alcuni anni fa, in occasione della conferenza annuale della Cipra, venne posta agli esperti internazionali la domanda se le Alpi potessero diventare una regione modello per la tutela del clima. La tesi sostenuta dalla Cipra era che la regione alpina, attuando particolari politiche energetiche, potesse addirittura andare “oltre” gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Le Alpi, grazie alla presenza di vaste superfici boschive che possono fungere da serbatoi di co2, ma anche grazie agli enormi potenziali di energie rinnovabili (acqua, biomassa, vento, sole) e di risparmio energetico, possono effettivamente ambire a diventare una regione modello per la tutela del clima. Il rischio è che l’attenzione si focalizzi soltanto sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, grazie agli incentivi ovviamente, ma anche alla cronica necessità di “fare cassa” da parte di enti locali che spesso non sono in grado di valutare le conseguenze a lungo termine, non solo ambientali e paesaggistiche, delle loro scelte. Se pari interesse a quello suscitato dallo sfruttamento di acqua, biomassa, vento e sole fosse mostrato nei confronti di tutte le forme di riduzione dei consumi energetici, dal riscaldamento alla mobilità, si raggiungerebbe quel mix tra energie rinnovabili e risparmio energetico che farebbe delle Alpi davvero una regione modello.
Eppure anche in questo settore la regione alpina dispone di enormi potenzialità ed è da considerarsi una regione all’avanguardia. Paradossalmente edifici a elevata efficienza energetica in zone montane possono sfruttare condizioni di soleggiamento ideali, minore presenza di nebbia e un microclima migliore. Su una nuova abitazione le potenzialità di risparmio energetico, con alcuni accorgimenti costruttivi quali una migliore coibentazione e vetri doppi alle finestre, possono raggiungere il 90%; anche nel caso di ristrutturazioni si possono raggiungere risultati analoghi. Con tale riduzione dei consumi, il rimanente fabbisogno energetico potrebbe essere soddisfatto grazie all’utilizzo di energie rinnovabili. Da un simile processo di riconversione dell’edilizia trarrebbe vantaggio l’intera economia locale che, causa la necessità di manodopera specializzata, vedrebbe generata nuova occupazione. In alcune regioni alpine il processo è stato avviato da anni: nel Land austriaco del Vorarlberg ogni edificio pubblico, per legge, viene realizzato secondo lo standard di casa passiva così come l’edilizia residenziale convenzionata viene sovvenzionata solo se rispetta gli standard. In Provincia di Bolzano nuovi edifici e ristrutturazioni secondo gli standard Casaclima sono oramai la prassi. Alle altre regioni non resta che prendere esempio!
Francesco Pastorelli