Le componenti di un ecosistema, cioè i processi e le funzioni che lo costituiscono, vengono definiti “servizi ecosistemici”. Ed hanno senza alcun dubbio un valore pubblico, dal momento che forniscono agli abitanti di un territorio benefici insostituibili, diretti o indiretti, come acqua, aria, mantenimento della stabilità del suolo, sicurezza e molti altri ancora. E per quanto riguarda le zone alpine, questi “servizi ecosistemici”, sono fondamentali. Come il corso di un fiume che scorre verso valle, o il versante boschivo di una montagna che scende verso la pianura.
Ora però capita che questi “servizi ecosistemici” non vengano praticamente mai “messi a bilancio”. Che le realtà che sfruttano alcuni elementi di questi “servizi ecosistemici”, come acqua, legno, erba o animali selvatici, per restare in ambiente montano, non calcolino assolutamente i loro effetti “a livello di ecosistema”. Ma ora tutto potrebbe cambiare. Se, come ci spiega il professor  Riccardo Santolini (Dipartimento dell’uomo, dell’ambiente e della natura,Università di Urbino), la teoria della “valorizzazione economica” dei “servizi ecosistemici” diventasse realtà.