Il premio Konstruktif, bandito dal governo del Principato del Liechtenstein, è una delle numerose iniziative promosse con l’intento di attuare gli obiettivi della Convenzione delle Alpi in materia di salvaguardia delle risorse e del clima. Il montepremi, pari a 50.000 euro, è stato assegnato a tre progetti selezionati da una commissione internazionale che ha scelto, nelle due fasi di concorso, le nuove costruzioni e le ristrutturazioni più significative dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Obiettivo del bando è quello di sensibilizzare i costruttori che lavorano nel contesto alpino verso un’edilizia responsabile e innovativa, selezionando e promuovendo esempi virtuosi che fungano da modello.
Tra le 201 architetture presentate al concorso, la giuria ha selezionato 25 architetti e committenti, invitandoli a partecipare alla seconda fase del concorso e richiedendo materiale di approfondimento sui progetti presentati.
Vincitore è il Municipio di Raggal in Austria progettato dall’architetto Johannes Kaufmann, nuova costruzione in grado di mischiare sapientemente savoir-faire locali (come la tecnologia del legno) con le tendenze attuali del linguaggio architettonico internazionale.
Al secondo posto il cesellato recupero dell’Albergo Krone a Hittisau, sempre in Austria, firmato dagli architetti Helene e Dietmar Nussbaumer, mentre il terzo posto è stato aggiudicato dal complesso residenziale passivo “Im Bächli” a Teufen in Svizzera di Dietrich Schwarz.
Un riconoscimento è stato inoltre assegnato a tre valide architetture come l’edificio produttivo della Hilti a Thüringen (AT P Architekten), il centro residenziale passivo Samer Mösel di Salzburg progettato da Sps-architekten e il recupero della vicina borgata di Paraloup (Rittana – Cuneo) degli architetti Regis, Cottino, Castellino e Barberis.
La provenienza dei progetti presentati mette subito in evidenza una marcata disuguaglianza fra il lato orientale e quello occidentale delle Alpi: ben 14 progetti sono localizzati in Austria mentre solo 3 tra Francia, Piemonte e Vallese.
Ciononostante, il riconoscimento a livello internazionale guadagnato dal progetto di Paraloup è in primis il segno di come nei territori alpini del Nord ovest, anche se non in modo diffuso come nelle Alpi orientali, si stia diffondendo un’attenzione sempre maggiore alla qualità edilizia.
In secondo luogo, la particolarità tutta “occidentale” di questi progetti è che si tratta di operazioni che vanno al di là della realizzazione del “bell’oggetto”: l’architettura diventa uno dei principali motori della rivitalizzazione dei luoghi dell’abbandono in stretta relazione con le operazioni di sviluppo e di valorizzazione delle risorse locali in atto sul territorio.
Uno sguardo complessivo ai progetti premiati e segnalati mette inoltre in evidenza come le linee di lavoro più proficue riguardino l’edilizia residenziale collettiva, gli edifici pubblici e di servizio ai piccoli centri montani e il recupero e la riconversione del patrimonio storico in chiave turistica e culturale. Un altro aspetto non secondario è come il tema della sostenibilità stia maturando una maggiore profondità: non più solo pannelli fotovoltaici o protesi tecnologiche ma una più articolata attenzione alle modalità con cui le architetture si relazionano con il contesto paesaggistico e con le preesistenze, al consumo di suolo, alla riscoperta della dimensione locale attraverso la valorizzazione delle filiere produttive e dei saperi tecnici.
Mattia Giusiano e Roberto Dini