La politica non è solo quella formale, delle istituzioni che governano il territorio. Sono azioni chiaramente politiche, anche se appartenenti alla cosiddetta politica informale, quelle delle molte associazioni attive sull’arco alpino, che fanno ricerca per supportare e promuovere le proprie strategie, finalizzate a conseguire obiettivi molto precisi, come la difesa e la valorizzazione del territorio alpino, la protezione del suo ambiente naturale, oppure la tutela di una minoranza linguistica o di uno specifico gruppo sociale. Tutti temi che spesso la politica ufficiale rispolvera solo quando si avvicinano le campagne elettorali, affrontandoli in maniera superficiale, senza il sostegno di studi e ricerche che permettano di occuparsi con il dovuto impegno dei problemi veri della montagna e di metterne a frutto le grandi potenzialità. Con il proprio impegno, invece, queste associazioni non solo rappresentano una delle casse di risonanza principali delle questioni che riguardano la montagna, ma contribuiscono in misura determinante alla conoscenza relativa alle terre alte. Sulle Alpi, uno degli esempi più importanti di soggetto attivo in questo ambito, con un consistente impegno anche nel mondo della ricerca è quello della CIPRA – Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, un’organizzazione non governativa internazionale (la cui sede italiana, di cui Dislivelli fa parte, è proprio a Torino) a struttura reticolare, formata da associazioni e organizzazioni che si occupano di studiare e tutelare il patrimonio naturale e culturale dell’arco alpino. Nella veste di promotore della Convenzione delle Alpi, la Cipra dedica una parte considerevole delle proprie risorse alla produzione di studi, rapporti e pubblicazioni sulla montagna, organizzando corsi e conferenze internazionali e favorendo la diffusione dell’informazione relativa allo sviluppo sostenibile delle montagne. Non a caso, il Rapporto sullo Stato delle Alpi, giunto ormai alla terza edizione, è una delle pubblicazioni più consultate e citate dagli esperti di montagna italiani.
Un altro importante settore d’azione di soggetti che si occupano di fare ricerca all’interno di strategie politiche informali è quello delle realtà di promozione, tutela e affermazione delle minoranze linguistiche e culturali, soprattutto dopo l’entrata in vigore della legge 482/1999 sulle minoranze linguistiche. La minoranza occitana è senz’altro la più visibile nel contesto alpino piemontese, soprattutto nelle valli della provincia di Cuneo, grazie all’attivismo e alla “forza politica” di diversi soggetti, inseriti in reti internazionali di sostegno della lingua e della cultura occitana e delle minoranze linguistiche in generale. In ambito alpino è particolarmente rilevante l’impegno delle associazioni ambientaliste, rivolto alla tutela e alla salvaguardia del delicato e prezioso ambiente naturale montano, il cui valore è universalmente riconosciuto, nonostante questo non sempre si traduca in politiche di protezione adeguate. La più nota associazione ambientalista, attiva anche sull’arco alpino, è probabilmente il Wwf, il cui impegno per la protezione e la conservazione degli ambienti naturali si traduce in attività di ricerca di grande valore scientifico e in una visione “politica” delle Alpi molto più avanzata di quella di molti amministratori. «Wwf Italia ha un ufficio a Milano che si occupa di Alpi, considerandole nel proprio complesso come una macroregione alpina – ci spiega Riccardo Fortina, presidente di Wwf Piemonte e docente di scienze zootecniche all’Università di Torino –. Sulle Alpi, accanto a numerosi progetti su diversi temi, abbiamo dato priorità alla protezione della natura in un’area particolarmente preziosa per quanto riguarda la biodiversità: le Alpi Marittime e il loro collegamento con l’Appennino. In particolare, riteniamo sia necessario coinvolgere gli amministratori locali e i politici, per diffondere l’idea della necessità di una gestione integrata dell’ambiente montano che superi i confini, comunali e non solo, assumendo un approccio di area vasta». Nella visione del Wwf, la ricerca diventa uno strumento fondamentale per la propria azione: «A partire dai dati tecnici che otteniamo dai nostri studi cerchiamo di sollecitare un impegno politico concreto – conclude Fortina –. L’attività di ricerca diventa così un supporto alle decisioni degli amministratori. Inoltre cerchiamo di divulgare anche al pubblico e agli studiosi i risultati, sia attraverso il nostro sito internet che con pubblicazioni, seminari e conferenze».
Giacomo Pettenati