Spesso ad essere protagonisti di scelte di questo genere sono piccoli nuclei familiari, o singole persone, che acquistano o affittano un’abitazione, spesso da ristrutturare, per provare a mettere in pratica il progetto di una nuova vita. Anche se questo in alcuni casi è sufficiente a dare nuova vita a borgate quasi completamente spopolate, l’ideale per un presidio territoriale vero e duraturo sarebbe che ad insediarsi in una frazione montana fossero più famiglie.
A Serre, splendida piccola borgata in un pianoro a circa 1100 di altezza, nel comune di San Damiano Macra, sul versante settentrionale della Val Maira, si sta realizzando un progetto collettivo che riunisce un piccolo gruppo di persone, convinte di trasferirsi in pianta stabile nella frazione, dove vive ormai solo una famiglia, avviando attività artigianali e agricole, ispirate ai principi di una riduzione dei consumi e degli impatti sull’ambiente.
Animatore di questo interessante progetto è Bepi Armanelli, falegname delle Langhe, che da un anno e mezzo trascorre tutto il proprio tempo libero a Serre, per costruire (letteralmente) le basi per il proprio progetto e – fondamentale – per farsi conoscere da vicini di casa e di borgata, creando le condizioni per una buona convivenza.
L’idea è quella di riunire un gruppo di persone che si trasferiscano a vivere tutto l’anno (o quasi) nella borgata, ognuno nella propria casa, mettendo a disposizione tempo e risorse per alcuni progetti collettivi. Al momento Bepi e i suoi amici (aperti al contributo di chi voglia unirsi al progetto) stanno sistemando con il proprio lavoro tre edifici abitativi e due fienili, con il progetto di realizzare, oltre alle proprie case, un piccolo ostello/posto tappa per escursionisti e visitatori, un laboratorio di falegnameria (in parte già attivo) e alcuni orti collettivi. Il tutto secondo i principi dell’eco-villaggio, dove le persone possono vivere meglio utilizzando meno risorse e con un impatto minore sull’ambiente naturale.
La Val Maira è diventata famosa, suo malgrado, anche per essere stata l’ambientazione del film “Il vento fa il suo giro”, che racconta una storia tutt’altro che felice di insediamento di nuovi abitanti in una borgata poco popolata, rispecchiando episodi realmente accaduti in zona.
«A noi succede l’opposto» racconta Bepi Armanelli. «I vicini ci permettono volentieri di fare pascolare i due cavalli con i quali trasportiamo gran parte del materiale sui propri terreni. Abbiamo intrecciato anche un buon rapporto con i boscaioli che gestiscono i boschi qui intorno, dai quali compriamo il legno per il laboratorio di falegnameria e per le ristrutturazioni. Certo tutto dipende da come ci si pone nel rapporto con i vicini, noi abbiamo cercato fin da subito di farci conoscere, comunicare le nostre intenzioni e costruire un buon rapporto».
Giacomo Pettenati