“Siamo di fronte ad un processo storico senza precedenti: la riforma delle Comunità montane attuata in Piemonte è una grossa opportunità per le Terre Alte. Ma con i tempi che corrono non possiamo fallire”. Così Lido Riba, presidente dell’Uncem Piemonte, ha aperto l’incontro dal titolo “Sfide e opportunità per lo sviluppo delle terre alte. Primo incontro dei sindaci e degli amministratori di montagna in Piemonte”, tenutosi a Torino sabato 26 settembre.

Perché l’attacco alle Comunità montane e ai piccoli comuni è stato lanciato dal Ministro Calderoli attraverso il cosiddetto “Codice delle autonomie”. Un documento che, almeno in questa fase costitutiva, tanta parte riserva ai distretti metropolitani, lasciando un solo podestà per i piccoli comuni al di sotto dei 1.000 abitanti. “Un pericolo per la democrazia – sostiene Umberto D’Ottavio, di Legautonomie -, una linea plebiscitaria e centralistica”.

Gli oltre trecento partecipanti, provenienti dai comuni montani del Piemonte, si sono confrontati sui problemi della montagna, tra scuole a rischio chiusura, sanità in pericolo e infrastrutture carenti, in vista delle nuove elezioni degli organi rappresentativi e dei presidenti delle 22 nuove Agenzie per lo sviluppo del territorio che si terranno il 7 novembre. Per tracciare le linee strategiche future della montagna. Ma dove troveranno le risorse economiche per attuare queste riforme le nuove Agenzie di sviluppo del territorio, dal momento che la Legge Finanziaria per il prossimo anno, soprannominata “leggera”, non predispone nessuna nuova risorsa economica per lenire in problemi in atto? Secondo il Presidente nazionale dell’Uncem, Enrico Borghi, le nuove Agenzie dovranno trovarle da sole, attraverso la green economy: “Sapendo usare con intelligenza tutte le risorse naturali, a partire dall’acqua, dal legno, dal fotovoltaico e dall’eolico, ma anche  dal turismo sostenibile”. Punto di partenza nella riorganizzazione dei territori alpini.

Info: www.uncem.piemonte.it