Dislivelli.eu febbraio 2016
Un monografico dal titolo volutamente provocatorio: “Montanari per forza”. Un contributo che Dislivelli ha voluto dedicare a quei nuovi abitanti delle Alpi e degli Appennini proveniente da paesi lontani.
Un monografico dal titolo volutamente provocatorio: “Montanari per forza”. Un contributo che Dislivelli ha voluto dedicare a quei nuovi abitanti delle Alpi e degli Appennini proveniente da paesi lontani.
Che cosa possono fare le montagne italiane per gli immigrati stranieri, e che cosa possono fare questi ultimi per le nostre montagne? Se ne è discusso nel corso di un incontro organizzato da Dislivelli e dall’Università di Milano-Bicocca in novembre a Milano. Ne è nata una rete trans-disciplinare che studierà il fenomeno e tenterà di fornire risposte.
di Maurizio Dematteis e Andrea Membretti
Storicamente, nei momenti di crisi sociale, economica, etico-morale, torna l’interesse per la montagna. Potremmo allora ripensare oggi, nei modi e nelle forme della contemporaneità, ad esperienze passate che hanno cambiato il volto delle Alpi. E accettare la sfida per l’immediato futuro attraverso la politica, la demografia e la gestione consapevole di territori alpini.
di Annibale Salsa
Montanari “a termine”? Appare urgente promuovere politiche e pratiche che favoriscano l’inserimento effettivo dei rifugiati nel tessuto sociale, economico e culturale delle terre alte, creando le condizioni affinché questi “nuovi montanari per forza” possano decidere di divenire infine “montanari per scelta”.
di Pier Paolo Viazzo e Roberta Clara Zanini
In Italia qualcuno ha avanzato la proposta di dare ai richiedenti asilo una chance per tentare un parziale ripopolamento delle zone montane abbandonate. Può essere una bella idea, ma difficilmente realizzabile per due motivi: la presenza di flussi cospicui di immigrati non potrà essere interrotta e il degrado-dissesto del territorio italiano dalle Alpi continua. La proposta merita almeno di essere valutata nella sua fattibilità.
di Alessandro Cavalli